| Cari tutti, vorrei sottoporvi un commento, di una certa "Marika", che ho trovato leggendo un blog. E' un commento sulla questione dell'anoressia, e, benché espresso con parole un po' forti e forse discutibili in alcuni punti, trovo che abbia un'idea di fondo molto giusta. Mi farebbe piacere che lo leggeste e che mi diceste cosa ne pensate. Lo copincollo qui, esattamente come l'ho trovato io:
"Tra l'altro: che palle co' sta' storia del "tu non sai nulla dell'anoressia, è una cosa troppo complessa...". Oltre ad essere una frase banale e tritamaroni, si dimentica la cosa più importante: le anoressiche godono a sentir parlare dell'anoressia, perchè consente loro di lamentarsi del fatto che la gente ne parla a vanvera ("loro non sanno che vuol dire") e di piangersi addosso ulteriormente. Le anoressiche sono tali in quanto possiedono un egocentrismo smisurato, quanto meno nutrono il proprio corpo quanto più gonfiano il loro ego. Spiacente per la durezza delle parole, non sono una a cui piace santificare i malati, perchè mi sembrerebbe di condannarli definitivamente a morte. Chi soffre di disturbi alimentari accusa una percezione distorta di sé stesso: si vede grosso, ciccione, perchè tale è la coscienza del proprio ego, che infatti è talmente ingombrante da soffocare il corpo. Le anoressiche nascondono le proprie ossa, ma l'effetto che vogliono ottenere è quello di imporre la propria ridondante emotività al mondo. In questo senso, sebbene i siti pro-ana siano scioccanti per chi vi si addentra per le prime volte (è come imbattersi nella lapide di un bambino, tanto per dare un'idea), è anche vero che hanno una valenza terapeutica. Per alcune, ovviamente: dall'anoressia se ne asce perchè ad un certo punto ti caghi sotto. Vedi la tua amica morire, e pensi che forse non sei pronta per andartene anche tu. O forse è solo il sibile della vita che ti dice "ma che cazzo stai facendo" e il giro si inverte. Dall'anoressia si guarisce quando si fa dimagrire il nostro ego, quando si sblocca quel cazzo di maccanismo vitale che ci porta a farci amare gli altri, a preoccuparci per loro".
|