Il canto delle manére è l'ultimo libro di Mauro Corona, che sto leggendo e scoprendo bellissimo.
La storia di Santo Corona, boscaiolo di straordinarie capacità e avventuriero della vita, che passa dai boschi del suo "disgraziato" paese a quelli dell'impero austriaco, scontrandosi con il gioco, il bere, le donne, l'invidia, la fatica, l'onestà, il coraggio, è risuonata spesso nei racconti presenti nei libri di Mauro.
Ora questa storia, che risale ai primi anni del '900, viene riportata per intero in questo romanzo, che sebbene racconti storie e paesaggi di più di un secolo fa, è, emotivamente, per i suoi richiami alla natura, alle gelosie, all'essere umano, allo sfruttamento delle risorse, attualissimo.
Forse il più bel romanzo (racconti a parte) di Mauro, quasi cinematografico.
[...]
Quando partirono, era una notte come poche ce ne sono lassù in montagna a primavera. Di solito aprile e maggio le stelle sono fusche, un po' spente, causa il fiato dei prati e dei boschi risvegliati che si alza in nebbiolina e va su a vestirle come un lenzuolo. Tra questo lenzuolo passa appena la luce per venire sulla Terra. Invece quella notte, non si sa perché, le stelle pareva secchiate di mirtilli luminosi buttati nel cielo e stava così accese che a guardarle forava gli occhi.
La luna, in tre quarti calante, pareva un formaggio d'oro dove la parte che mancava se l'era mangiata i topi. Ogni tanto una stella si muoveva come lanciata da un bambino con la fionda. Partiva l'improvviso in un arco e lasciava nel cielo una striscia fina che luceva il tempo di battere gli occhi. Poi moriva di colpo, persa in chissà quale lontananza[...]
Se avete voglia e tempo, godetevi questa intervista molto gradevole a Mauro Corona